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Le conoscenze sugli anfibi relative al territorio della Riserva Naturale fino al 2010 erano inerenti la presenza del Rospo comune per le Sorgenti del Gizio, le valli Marsolina, Tagliole e Pelosello, la zona dell'Acero e l'Ovile dei Montoni e della Rana kl. hispanica presso le Sorgenti del Gizio, dato tra l'altro non più confermato a partire dal 2000.
Per quanto riguarda le aree limitrofe è stata rilevata la presenza di Tritone crestato (Triturs carnifex) ne "La Piscina" di Cansano, Rana kl. hispanica per Fonte Bucchianico nel comune di Pescocostanzo, Tritone crestato (Triturs carnifex), Raganella (Hyla intermedia), Salamandra pezzata (Salamandra salamandra), Rana italica (Rana italica) per la valle del Sagittario nei pressi di Anversa degli Abruzzi, Rospo comune (Bufo bufo) nei dintorni di Villalago (Banca dati Societas Herpetologica Italica sezione Abruzzo e Molise).
Le approfondite indagini di campo svolte dal personale della Riserva Naturale in tempi recenti, che hanno riguardato diverse componenti faunistiche, hanno confermato il basso valore di ricchezza in specie dell'area e, con la scoperta nel 2010 di una stazione riproduttiva di Salamandrina dagli occhiali settentrionale (Salamandrina perspicillata), hanno delineato il carattere relittuale della batracofauna locale.
La Salamandrina dagli occhiali settentrionale è stata individuata per la prima volta nella primavera 2010. Da allora è stata avviata una ricerca scientifica volta a monitorare annualmente i siti riproduttivi individuati al fine di trarre informazioni circa la consistenza e lo stato della popolazione.
In totale sono state individuate tre stazioni riproduttive, localizzate tutte all'interno dello stesso vallone nell'arco di un Km.
I rilievi effettuati nel corso dei quattro anni di monitoraggio hanno portato complessivamente al riconoscimento di circa 100 femmine adulte. In ogni uscita è stato inoltre effettuato il conteggio delle uova deposte, che ha permesso di calcolare il valore medio annuo, pari a circa 1.300 uova/anno.
I dati sinteticamente riportati inducono a considerare che la popolazione goda di una buona vitalità, ma la stretta vicinanza dei siti indagati, che risultano dipendere dallo stesso contesto ambientale, costituisce, d'altro canto, un elemento di criticità, in quanto l'eventuale perturbazione delle attuali condizioni del vallone metterebbe in pericolo l'intera popolazione della Riserva Naturale.