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Nella Riserva Naturale sono presenti 13 specie di Rettili, pari al 50% delle specie presenti in Abruzzo. Se si considerano solo le specie di Squamata, che a livello regionale sono 16, la percentuale di presenza sale all'81,25%.
Molte delle specie dei Rettili ad oggi osservate nsono di interesse conservazionistico. Le specie elencate in Direttiva 92/43/CEE 'Habitat' sono: Elaphe quatuorlineata (Allegato II e IV), Lacerta viridis (All. IV) (ora Lacerta bilineata), Podarcis muralis (All. IV), Podarcis sicula (All. IV), Coluber viridiflavus (All. IV) (ora Hierophis viridiflavus), Coronella austriaca (All. IV), Elaphe longissima (All. IV) (ora Zamenis longissimus).
La Riserva, in funzione della ricchezza in specie dei Rettili, può essere suddiviso in tre macro-zone identificabili in parte di tre piani altitudinali: piano submontano (compreso approssimativamente tra quota 500 m s.l.m e 1000 m s.l.m.); piano montano (compreso approssimativamente tra quota 1000 m s.l.m e 1800 m s.l.m. limite della faggeta); piano culminale (compreso tra i 1800 m s.l.m. e le zone culminali).
L'area al di sotto dei 1000 m s.l.m. è quella che ha la più alta ricchezza in specie di Rettili della Riserva. In questo range altitudinale è possibile, infatti, rinvenire tutte le specie ad oggi segnalate. L'area ad elevata idoneità è identificabile, dunque, nel settore nord orientale, caratterizzata da un mosaico di habitat (margine boschi, arbusteti alberati, coltivi delimitati da filari arboreo arbustivi e muretti a secco) e buona esposizione in quanto sub-pianeggiante.
La zona altimetrica che mostra la più bassa ricchezza specifica dei Rettili è quella del piano culminale, superiore ai 1800 m. Risulta, infatti, una presenza di tre delle tredici specie presenti nella Riserva (osservata per Biacco e Lucertola muraiola e potenziale per Colubro liscio).
Il piano montano dei versanti, intermedio tra gli altri due, presenta una ricchezza in specie complessiva pari a 8 (caratterizzazione realizzata essenzialmente sulla base dei limiti altitudinali noti per le specie e la tipologia di habitat presenti). Più in dettaglio è possibile affermare che la diversità erpetologica varia in funzione dell'esposizione (maggiore nei versanti a sud e sud est) e diminuisce in funzione del gradiente altimetrico, del grado di copertura, di strutture e fisionomia dei boschi e della tipologia di attività antropica.